LIBERI_DI_SCEGLIERE.pngIl corto, interamente realizzato dagli studenti della classe IV E e coordinato dalle proff. L. Sciortino e S. Mazzoni, è vincitore della Nona edizione del Concorso Nazionale Premio Giovanni Grillo,  realizzato dalla Fondazione Premio Giovanni Grillo, in collaborazione con il Ministero dell'istruzione e del merito - Direzione Generale per lo Studente, l'Inclusione e l'Orientamento Scolastico, in ricordo degli Internati Militari Italiani, dal titolo: "Memoria: bene comune della nazione e fulcro di un rinnovato impegno sociale" . “Liberi di Scegliere” si aggiudica infatti il titolo di miglior lavoro realizzato in ambito nazionale per le Scuole Secondarie di Secondo Grado, in ex aequo con il cortometraggio realizzato dalla classe 5° A dell'IIT Camillo Rondani di Parma.

Operare delle scelte significa sentirsi vivi e padroni del proprio destino. La storia degli internati militari ci ha insegnato che anche quando si ha timore di prendere una posizione, perché le conseguenze possono essere rischiose per sé e per gli altri, è importante farlo. Percorrere una strada, seguendo i propri ideali e non le influenze esterne che ci vengono imposte, che andrebbero ad agevolare la nostra posizione, può annullare la percezione di noi, delle nostre idee e del nostro esserci. Siamo partiti dalla domanda che venne posta ai giovani italiani nel 1943: «vuoi tu prendere parte al ricostituito esercito della repubblica sociale italiana?» e abbiamo scelto di dare un peso a quei «NO» che una serie di italiani “scagliarono” proprio in faccia ai nazisti, cambiando così per sempre le sorti delle proprie vite. Rimarcare il senso, la forza ma soprattutto il coraggio di quella negazione è stato il punto di partenza per una riflessione sull’oggi, per chi può vivere scegliendo liberamente di schierarsi da una parte o dall’altra, senza avere ripercussioni. Ci siamo poi avvicinati di nuovo alla storia, stavolta quella intima e personale di chi aveva vissuto quell’esperienza, quella di Giorgio Gargini, caporalmaggiore artigliere del Regio Esercito che disse «NO» e questo lo portò ad essere, per 19 mesi, un internato militare italiano nello Stalag VI D di Dortmund con il numero 53151. La sua esperienza ci è stata raccontata dalla testimonianza dell’omonimo nipote, anche lui fiorentino come il nonno e oggi giornalista che “coltiva” – attivamente – la memoria di quel valoroso giovane che scelse di non arruolarsi nella Repubblica Sociale Italiana, costretto così alla tragedia dei campi di concentramento. Una riflessione che parte dal passato ma che ancora oggi ci permette di riflettere sulla forza che possono avere certe scelte. Scegliere di dire NO, perché no era dovere, no era Patria, no era Italia.

 

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